Turismo esperienzale: la spettacolarizzazione del viaggio
Molte destinazioni sono cambiate, si sono evolute…sono cresciute. Oggi sono in grado di offrire una molteplicità incredibile di possibilità e di servizi turistici che bene rispondono alle esigenze dell’ospite.
Una recente canzone recita: “Siamo l’esercito del selfie. Di chi si abbronza con l’iPhone. Ma non abbiamo più contatti. Soltanto like a un altro post”. Tralascio i gusti musicali soffermandomi piuttosto cu un aspetto che trovo vero ed interessante: la spettacolarizzazione dell’esperienza vissuta durante il viaggio e la sua condivisione.
Molte destinazioni sono cambiate, si sono evolute… sono cresciute. Oggi sono in grado di offrire una molteplicità incredibile di possibilità e di servizi turistici che bene rispondono alle esigenze dell’ospite. Direi che l’offerta di “soluzioni” è talmente ampia e diversificata che diventa quasi difficile fare una scelta. Ad orientare la decisione ritorna quindi ad essere la possibilità di vivere esperienze, il più possibile uniche.
Che si tratti di uscire in barca per vedere i delfini, volare in mongolfiera o lanciarsi nel vuoto agganciati ad una fune d’acciaio… la scelta anche in questo caso è ampia. E quindi eccoci a ricercare quell’esperienza “unica” che ci permetta di distinguerci dagli altri.
Non sempre cerchiamo attività adrenaliniche ma, sempre, desideriamo provare emozioni, con la “E” maiuscola.
Il maiuscolo in questa epoca è veramente d’obbligo, per due motivi.
Il primo motivo dipende fortemente dal nostro stile di vita quotidiano. In una società in cui è possibile avere tutto a portata di mano fatichiamo ad accontentarci delle cose “mediocri”.
Diciamo che il consumatore tende oggi a personalizzare l’acquisto, ossia ad orientare i consumi così da soddisfare appieno i propri gusti e bisogni. Ciò non significa necessariamente aumentare la capacità di spesa quanto, piuttosto, orientare meglio la spesa stessa.
Questo aspetto è presente anche nel viaggio, durante la vacanza, e si traduce nella ricerca di soluzioni sempre più mirate, tagliate su misura. Esperienze, in questo caso, che permettano di dire “ne è valsa la pena, sono soddisfatto”. Quindi maggiore sarà l’intensità dell’emozione provata (chiaramente positiva) e maggiore sarà il grado di soddisfazione.
Il secondo motivo è la necessità di condividere e, per certi versi, esibire. Lo facciamo scattando una foto, un selfie, realizzando dirette video o clip che immortalano e raccontano l’esperienza vissuta. Talvolta per la nostra affezione ai social ma, il più delle volte, per soddisfare un bisogno narcisistico che ci porta a metterci al centro dell’attenzione.
E’ quindi chiaro che indipendentemente dal motivo scatenante le località turistiche e le singole strutture si trovano difronte alla assoluta necessità di far vivere esperienze pienamente coinvolgenti ed appaganti.
Non significa costruire cattedrali nel deserto, snaturare un luogo o fare artefazioni ad hoc.
Significa riprogettare, innovare e valorizzare nel rispetto del luogo e dell’identità ma mettendo gli ospiti nelle condizioni di vivere esperienze significative.
Chi riesce in questo vince la sfida con il mercato e può beneficiare di un vantaggio competitivo che genera risultati economici rilevanti.
Sono una persona curiosa, sempre pronta a cogliere nuove sfide. Da circa 15 anni mi occupo del prodotto turistico e del destination management, lavorando al fianco di strutture ricettive e soggetti pubblici.