1. Home
  2. Blog
  3. Motivazione e Cambiamento
  4. Albergatore o imprenditore?

Dal primo giorno che ho iniziato a lavorare nel settore turistico-alberghiero, mi sono subito resa conto di una peculiarità che accomuna la stragrande maggioranza degli albergatori che ho avuto modo di conoscere.

Mi riferisco alla dedizione e alla passione che li motiva nel loro lavoro, ma anche alla preziosa capacità di mettersi in gioco nel ruolo di tutto fare.

 

Una caratteristica che, all’inizio, mi affascinava.

Li guardavo prendere il posto dei loro direttori e rispondere alle mail, alle chiamate e persino alle recensioni; talvolta, servire ai tavoli assieme ai camerieri.

Pensavo fosse fantastico riuscire ad essere presenti in tutte le attività dell’hotel. 

 

Con il passare del tempo però mi sono resa conto che questa caratteristica non è sempre positiva.

La struttura di un hotel è di natura complessa e avrebbe certo più bisogno di una gestione ben organizzata, capace di distinguere tra operatività e imprenditorialità, piuttosto che di un “tutto fare”.

 

Con questo non sto dicendo che un imprenditore non debba sporcarsi le mani.

Anzi.

Quello che voglio dire è che la grande dedizione che motiva gli albergatori nel loro lavoro spesso li porta ad adoperarsi troppo, dando il proprio supporto in ambiti che non dovrebbero pesare sulle loro spalle.

 

Mettere le mani in pasta è sicuramente il modo migliore che esista per comprendere la natura del lavoro e creare procedure efficienti, attuabili e sostenibili nel tempo.

 

Però è anche vero che imprenditorialità fa rima con creatività, e penso che a volte l’imprenditore dovrebbe svincolarsi dai troppi impegni e cercare di essere più concentrato sullo sviluppo globale della sua struttura.

 

Un imprenditore dovrebbe inventare nuove soluzioni, non vendere o servire ai tavoli.

Gli Imprenditori, quelli con la i maiuscola, non si trovano in cucina, in sala, in reception o alle prese con le pulizie.

 

Dopotutto, il loro ruolo è quello di creare procedure e sistemi che consentano di mandare avanti la struttura in autonomia, concedendo loro il tempo di pensare alle cose veramente importanti.

Come?

Ovviamente imparando a delegare e, soprattutto, responsabilizzando ogni singolo componente del proprio staff.

Solo così sarà possibile renderlo autonomo, in grado di gestire il proprio lavoro senza aver bisogno di una continua supervisione. 

 

Certo, riuscirci non è semplice.

Bisogna costruire un modello solido, slegato dalle qualità dei singoli collaboratori e capace di riprodurre sistemi facili ed efficienti.

Per esempio creando dei manuali che descrivano le procedure da seguire e che guidino lo staff nella propria operatività. 

 

A quel punto l’albergatore potrà ottenere un ordine chiaro e duraturo nel tempo, non dovrà essere sempre onnipresente e si scoprirà un po’ meno tutto fare e un po’ più imprenditore.

Ti è piaciuto questo articolo? Rimani sempre aggiornato!
Attenzione!
Per un'esperienza di navigazione completa utilizza il tuo dispositivo in verticale.
Grazie!