Scelta della vacanza: i cliché hanno lasciato il posto ai clic
La consuetudine non rappresenta piú il fattore guida del processo di scelta della meta delle vacanze. È l’istinto che comanda.
Le statistiche lo dimostrano, i desideri dei turisti lo comprovano: i soggiorni stagionali stanno scomparendo.
Dunque sì, avete letto bene. Viaggiare è diventato un verbo della quotidianità assieme ad altre azioni come dormire e mangiare.
Le persone dispongono di maggiori risorse economiche e sono costantemente alla ricerca di nuovi stimoli che spesso trovano negli angoli più reconditi del globo o addirittura a due passi da casa (il 30% dei viaggiatori sembra preferire mete vicine).
Per questo motivo hanno chiuso con le vecchie abitudini per aprirsi alle novità, hanno abbandonato la pianificazione per abbracciare l’improvvisazione.
È così che la montagna d’inverno e il mare d’estate diventano automaticamente “concetti che il pensiero non considera, sono poco moderni e qualcosa che nessuno mai considera”. Il viaggiatore non si sente inadeguato nel tuffarsi in un letto di un rifugio alpino nei mesi più caldi oppure nel passeggiare sul litorale di sabbia con le scarpe da trekking quando il termometro è vicino allo zero.
Nella scelta della vacanza è il suo senso di appagamento e di libertà che devono essere alimentati.
Snobba le offerte classiche “di massa” e predilige le esperienze esclusive, quelle che danno seguito al motto hic et nunc. Il cambiamento climatico globale porta nuovi argomenti a sostegno dell’irrazionalità delle sue scelte e il mercato si trasforma nel magico mondo dei balocchi.
Via i cliché e avanti con i clic. Perché ricordiamoci: la vacanza è prima di tutto un investimento emotivo.
Le flash sale di vacanze, che altro non sono che le vendite attive per un limitato periodo di tempo, si basano appunto su questo principio. Gli analisti del settore hanno rilevato che il turista contemporaneo agisce d’impulso e si lascia guidare dalle sensazioni del momento.