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In viaggio con l'adolescente: come conquistare i "giovani adulti"

Troppo piccoli per andare in viaggio da soli ma troppo grandi per adeguarsi alle modalità di viaggio dei genitori con cui, spesso, entrano in conflitto.

Sappiamo quanto può essere difficile e complesso gestire un ragazzo che affronta l’adolescenza, una fase particolare dello sviluppo della persona e della personalità, in cui il rapporto con i genitori è spesso segnato da contrasti. Una fase in cui i ragazzi effettuano le prime esperienze di viaggio, si mettono alla prova, escono di casa per imparare una lingua straniera o si uniscono al proprio gruppo di pari in qualche breve soggiorno.

Non tutti però ne hanno la possibilità o la maturità e da qui inizia la “lotta” con i genitori per poter “rimanere a casa” piuttosto che sorbirsi l’ennesimo viaggio con mamma e papà.

 

L’86% delle famiglie italiane si vede coinvolta da questa situazione e costretta a correre ai ripari per trovare una soluzione.

Dall’altra sono poche, pochissime, le strutture che hanno creato un progetto specifico per coinvolgere e soddisfare questi “giovani adulti” ed è quindi lecito domandarsi cosa vorrebbero trovare.

L’ingrediente numero uno si chiama connessione veloce a internet che, ovviamente, non può mancare. I nostri teenager sono costantemente connessi, hanno profili social, navigano, guardano contenuti in streaming, etc. Difficile che quindi accettino di passare del tempo senza la possibilità di soddisfare queste esigenze.

Tendenzialmente sono dei “gamer”, ossia utilizzatori di videogiochi. Diventa quindi utile dare la possibilità di accedere ad una console o predisporre delle aree gioco specifiche all’interno delle strutture.

Non possono mancare le “esperienze uniche dedicate”, ossia un ventaglio di proposte active di facile fruizione che possano essere fatte in totale sicurezza ma, che portino ad esclamare due parole “Che figata!”. Un volo in tandem con il parapendio, una discesa con le bike da downhill, la possibilità di provare a surfare un’onda, etc. Sono diverse le attività che possono essere offerte ma bisogna renderle accessibili sia in termini di costo che di informazioni, ossia creare una molteplicità di proposte lasciando poi a loro la scelta.

Non significa con questo replicare il sistema del “villaggio vacanze” ma creare delle proposte interessanti magari da condividere con gli stessi familiari che, assieme a loro, si metteranno alla prova. Lo sperimentare insieme, il mettersi in gioco, favorirà infatti l’interazione e lascerà il segno anche per il futuro.

 

Gli adolescenti chiedono inoltre di poter “portare un amico” con loro.

Ossia di condividere il viaggio con qualcuno che li possa capire davvero. Un desiderio che spesso i genitori assecondano, anche per quieto vivere. Risulta quindi interessante strutturare delle offerte economiche e promozionali mirate così da facilitare questa partecipazione allargata.

Sarebbe poi opportuno che gli operatori sul territorio si accordassero ed organizzassero per creare degli eventi mirati a loro. Troppo spesso si bada a realizzare baby dance, baby party e animazione per bambini mentre ci si dimentica di questo importante target.

Se per conquistare la famiglia siamo soliti dire “bambino felice, famiglia felice” ecco che questo ragionamento lo possiamo tranquillamente rimodulare sugli adolescenti.

 

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Matteo Bonazza
Scritto da Matteo Bonazza

Sono una persona curiosa, sempre pronta a cogliere nuove sfide. Da circa 15 anni mi occupo del prodotto turistico e del destination management, lavorando al fianco di strutture ricettive e soggetti pubblici.

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