La resilienza dell’operatore turistico 4.0
Mi piego ma non mi spezzo, la resilienza dell’operatore turistico 4.0
C’è chi dice che stiamo risollevando la testa dalla crisi, c’è chi invece più scettico ancora non ci crede e attende risultati stabili per almeno i prossimi tre anni. Tutti però convengono sul fatto che questi ultimi tempi abbiano costretto gli imprenditori a grandi prove di coraggio e resistenza.
Purtroppo, come in una guerra, non tutti sono tornati salvi a casa, e altri hanno riportato grandi ferite che rimarranno indelebili.
Poi ci sono i resilienti, quelli che non hanno mollato, che si sono reinventati in uno scenario che richiede una costante e crescente pazienza, capacità di assorbimento degli urti e una positiva accettazione del cambiamento. Sono infatti i veri protagonisti degli ottimi risultati del XXI rapporto sul turismo italiano curato da Irss-Cnr, presentato a Milano pochi giorni fa, nel corso dell’ultima edizione della Borsa Internazionale del Turismo.
E’ di 103,6 miliardi di Euro il valore aggiunto generato dal settore turismo nell’anno 2016. Rispettivamente 3 e 4 volte superiore ai settori agroalimentare e tessile con un’occupazione che supera i 3 milioni di persone, pari al 13% dell’intera occupazione nazionale.
E per il 2017 il trend positivo si riconferma registrando per il primo semestre percentuali in aumento fino al 7%.
Con numeri del genere anche i peggiori pessimisti comincerebbero a credere in un futuro migliore, tuttavia non è sufficiente per un modello imprenditoriale di successo che crei solidità nel tempo.
I terribili momenti di crisi internazionale che hanno caratterizzato gli ultimi anni e la crisi economica globale, di certo non sono spariti in una nuvoletta d’argento e sono co-protagoniste dei dati di successo appena citati.
L’Italia è sempre stata una delle mete più visitate al mondo e non ha mai avuto problemi a generare ricchezza attraverso questo settore.
Ma ci sono dei meriti che ritengo fondamentale riconoscere a chi ha saputo interpretare la crisi che ha colpito anche il nostro paese come un’opportunità e che sono stati in grado di accogliere il cambiamento imposto dal mercato riuscendo a risollevarsi. E loro sono gli imprenditori resilienti.
Abbiamo sentito parlare di resilienza prevalentemente in ambiti di scienze umane e in studi di mental coaching. Tuttavia è un argomento che oggi più che mai trova spazio anche e soprattutto in contesti lavorativi, aziendali, manageriali e come dicevo nelle righe sopra, a mio avviso i veri protagonisti del successo in un periodo storico come quello che ci troviamo a vivere.
Essere resilienti, etimologicamente, significa rimbalzare, quindi sì cadere, ma con altrettanta forza anche risalire.
Saranno i collaboratori e gli imprenditori resilienti che genereranno sviluppo economico in un mondo soggetto al costante e velocissimo cambiamento, coloro che si piegheranno al passaggio del vento ma che si risolleveranno non appena la tempesta sarà passata con nuove idee e nuovi stimoli che permetteranno alle aziende di crescere e di migliorarsi costantemente.
Raccontateci la vostra storia di management resiliente. Quali cambiamenti siete stati in grado di accettare?