Storytelling turistico efficace, dal naming all’identità

 

Negli ultimi anni numerose aziende hanno coltivato l’arte di comunicare in modo persuasivo, una forma di creatività che coinvolge emotivamente il pubblico di riferimento e accelera il processo della sua fidelizzazione.

 

Lo scopo dello storytelling è trasmettere un messaggio chiaro, i valori e le emozioni legate al brand, affinché si crei una relazione forte, leale e duratura tra la domanda e l’offerta. È possibile affermare che questa modalità di promozione è una delle più efficaci e più utilizzate anche nel mondo della ricettività turistica, soprattutto dalle realtà che vogliono accendere i riflettori sul fulcro valoriale del “Chi siamo”.

 

Creare un racconto di successo non è però semplice. Il primo passo da compiere è l’individuazione del DNA dell’azienda, dei tratti caratterizzanti che rendono una struttura ricettiva unica e inimitabile. Si tratta principalmente di elementi intangibili, valori e filosofia, la cui trasmissione avviene tramite il brand.

 

Un aspetto non trascurabile della sua affermazione è il naming, ossia la costruzione del nome, poiché solo facendo una scelta distintiva si può raggiungere il posizionamento desiderato nella mente dei viaggiatori. Da evitare nomi ricorrenti, di difficile pronuncia e lunghi. Gli utenti, infatti, esercitano poco la loro facoltà mnemonica e tendono a ricordare le parole più smart. Nell’era della comunicazione digitale è preferibile scegliere un termine facilmente ricercabile dagli utenti e coerente con il concept che ha dato vita all’hotel. Qualora non si riuscisse a cambiare il nome, è opportuno procedere con la creazione di un payoff coinvolgente: poche parole, ritmate e comprensibili.

 

Il brand non è formato solo da testo, è anche immagine. La fase di progettazione del logo, dello stile, dei colori e del font è piuttosto complessa. Gli elementi possono essere assemblati seguendo diversi sistemi creativi. Sul mercato si trovano loghi essenziali, formati dalle iniziali della struttura ricettiva, e loghi evocativi, formati da simboli che portano i viaggiatori a sognare esperienze di vacanza. Poiché l’efficacia della comunicazione è connessa anche alla percezione e alle sensazioni che il pubblico prova alla vista di determinati colori, si consiglia di scegliere nuance coerenti con il carattere dominante dell’azienda. Il nero, ad esempio, è preferito dalle strutture di alta categoria che desiderano esprimere esclusività, mentre il rosso viene utilizzato per mostrare il lato passionale. L’impatto visivo del layout del logo deve essere in ogni caso positivo.

 

Una volta definita la brand identity, si passa alla sua comunicazione sulle piattaforme online e offline, seguendo una strategia chiara che ha come obiettivo la fidelizzazione degli ospiti. Un modo valido per raggiungere il target di mercato è il racconto di una storia autentica, appassionata e umana.

 

L’arte dello storytelling non può prescindere, infatti, dal riconoscimento delle imperfezioni e dei difetti del brand. Una delle caratteristiche nominate da Stephen J. Sampson (insegnante, sociologo, psicologo del Massachusetts, autore di diversi testi sull’intelligenza sociale) per spiegare come deve essere un brand attraente agli occhi del pubblico è l’affabilità: così come gli uomini, i brand dovrebbero analizzarsi introspettivamente riconoscendo i propri punti di forza e debolezza. Gli altri attributi elencati dallo studioso sono: fisicità, intelletto, socialità, emotività e moralità.

 

Per narrare un racconto di successo non è sufficiente generare ottimi contenuti, è fondamentale lavorare sulla sfera emozionale delle relazioni, perché sono quest’ultime a generare valore.

 

 

 

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